Dieta chetogenica, una dieta low carb

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Si fa sempre una gran confusione quando parliamo di carboidrati: fanno bene? Fanno male? Vanno inclusi nella dieta o vanno strenuamente evitati? Ebbene, vediamo di fare un po’ di chiarezza al riguardo, approfondendo anche quello che è tra i regimi alimentari low carb il più conosciuto, ma anche quello imitato nella maniera peggiore: la dieta chetogenica.

Dieta chetogenica, una dieta low carbPrima di scendere più nel dettaglio è bene spiegare che da un corretto regime alimentare (ovviamente in assenza di allergie o situazioni patologiche particolari) non bisogna mai eliminare alcuna classe alimentare perché ogni sostanza chimica, ogni cibo (purché preso nelle quantità giuste) contribuisce al perfetto funzionamento del corpo. Situazioni anomale, tipo la chetosi indotta dai regimi low carb più estremi, possono andare bene solo nel breve periodo di tempo, altrimenti poi non solo tali trattamenti perdono di efficacia, ma si rischia davvero grosso al livello di salute generale.

Facendo un po’ di chimica…

Per funzionare, le cellule del nostro organismo hanno bisogno di energia. Normalmente il loro carburante preferito è il glucosio, sia preso direttamente dagli alimenti ingeriti, sia dal metabolismo dei carboidrati. In caso di digiuno prolungato, di patologie particolari o comunque di situazioni d’emergenza, il corpo è in grado di assimilare l’energia di cui ha bisogno grazie alle sue riserve di scorta, i grassi, e ai loro sottoprodotti, i chetoni o corpi chetonici.

Lo stato di chetosi, dunque, è una situazione innaturale del fisico e avviene quando il corpo non solo produce corpi chetonici (processo che comunque avviene, seppure in misura ridotta, anche in situazioni normali), ma si è abituato ad usare queste sostanze (molto più piccole e rapide ad entrare in circolo dei normali grassi) come fonte di energia cellulare primaria. Considerando che il fisico normalmente preferisce il glucosio (che è, giusto per fare un esempio, l’unico carburante valido per il cervello), va da sé che lo stato di chetosi dura solo finché c’è carenza di carboidrati, o comunque finché dura la situazione d’emergenza. Basta assumere anche una piccola quantità extra rispetto a quanto indicato dal proprio regime alimentare per azzerare tutti gli sforzi fatti fino a quel momento.

Facendo un po’ di chimica…

Dieta chetogenica, storia ed etimologia del termine

Quando approcciamo ad una dieta chetogenica siamo in grado di stabilire già dal nome che andremo incontro ad un periodo nel quale obbligheremo il nostro corpo a rimanere in una condizione per lui anormale: (dieta) chetogenica, infatti, significa letteralmente regime alimentare che produce (o più correttamente, che fa nascere) chetoni.

Le prime tracce cliniche di questo genere di trattamenti risalgono a circa un secolo fa, quando ci si accorse che lo stato di chetosi era molto utile per curare pazienti pediatrici affetti da una particolare forma di epilessia, che resisteva a tutti i farmaci allora conosciuti. Successivamente, quando l’obesità è diventata una patologia molto diffusa (a partire dagli anni ‘60-‘70 in poi), si scoprì che un trattamento chetogenico era la soluzione migliore per accelerare il dimagrimento senza andare ad intaccare la massa magra. Fu proprio in questo periodo che si iniziò a parlare di terapia chetogenica, riferendoci proprio alla possibilità di curare (o comunque di arginare) queste patologie.

La situazione oggi riguardo alla dieta chetogenica è un po’ diversa: la ricerca sta tentando di capire se la produzione di chetoni possa contribuire al trattamento (al pari dell’epilessia e dell’obesità) di altre malattie. Al momento i medici non si sono ancora espressi in maniera univoca: i risultati sembrano essere promettenti, almeno nel breve termine, ma non sono affatto da sottovalutare gli effetti molto dannosi di queste diete protratti nel tempo.

Linee guida alimentari

Abbiamo visto che la dieta chetogenica viene classificata come un regime alimentare low-carb. Per funzionare al meglio, soprattutto per incentivare il dimagrimento, deve essere anche ipocalorica e prevedere attività fisica moderata (se si esagera con lo sport c’è il rischio di aumentare eccessivamente la produzione di chetoni e quindi di aggravare troppo pesantemente il sistema renale e in linea generale tutto il fisico).

Linee guida alimentariEcco allora che i carboidrati, durante la dieta chetogenica, raggiungono solamente in linea generale il 20% dell’intera razione giornaliera. La restante parte viene assunta dai grassi (fonte primaria), dalle proteine (ma bisogna stare attenti a non mangiare troppa carne altrimenti, grazie al processo di neoglucogenesi, gli amminoacidi in essa contenuti vengono comunque trasformati in glucosio) e dalla verdura (possibilmente a foglia verde).

Purtroppo, se seguite una dieta chetogenica, dovrete rassegnarvi a dire addio (solitamente per qualche settimana) ai seguenti alimenti: pane, pasta, pizza, lieviti, cereali e legumi (sia integrali che raffinati), bevande e cibi zuccherati o alcolici, frutta (a parte pochissime eccezioni). Se volete tentare questo genere di dieta rivolgetevi ad un bravo dietologo o nutrizionista: saprà modulare sulle vostre esigenze quelle che sono le linee guida di questo regime alimentare abbassandone al minimo gli effetti collaterali.

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