Gli ossiuri nei bambini: sintomi e trattamento

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Gli ossiuri nei bambini sintomi e trattamentoGli ossiuri sono vermi che possono proliferare nell’intestino umano, sviluppando una forma di parassitosi nota con il termine di ossiuriasi o enterobiasi (dal nome scientifico di questa specie: Enterobius vermicularis). Generalmente non pericolosa, visto che la morte dell’ospite comprometterebbe la vita stessa dei vermi, questa parassitosi, almeno stando alle ultime ricerche del CDC (acronimo per Center of Disease Control, o Centro per il Controllo delle Malattie), colpisce circa il 10% della popolazione indifferentemente da ceto sociale, istruzione, sesso ed età, con particolare concentrazione tra i bambini che vivono in contesti affollati o con scarso igiene. Ma come si riconosce? Come debellare questi vermi dall’intestino?

Modi di contagio

Prima di capire come debellare il parassita, cerchiamo di capire quali sono le maniere con cui il verme può proliferare nel nostro intestino. Due sono le vie di contagio principali: ingestione o inalazione delle uova embrionate. L’ambiente preferito per la proliferazione del parassita è un ambiente umido, non eccessivamente caldo ne freddo.

Modi di contagio

Ingestione delle uova

La via principale per entrare in contatto con il parassita è attraverso le mani e il contatto con soggetti o superfici contaminati. Nello specifico, le uova di ossiuri possono sopravvivere per alcune ore sulla pelle, mentre addirittura fino a 3 settimane sulle superfici contaminate (per esempio oggetti, mobili, lenzuola ecc.) qualora l’ambiente sia particolarmente favorevole. Toccare dunque un soggetto già contagiato da ossiuri o le superfici non pulite, quindi portare le mani sporche alla bocca è la via ideale per aprire la strada a una ossiuriasi.

Inalazione delle uova

Non altrettanto comune dell’infezione da contagio, uno degli altri modi con cui è possibile rimanere contagiati dagli ossiuri è respirando le uova. Come è possibile fare una cosa del genere? Un esempio banale su tutti: odorare un lenzuolo o un panno per capire se ha cattivo odore o meno.

Fattori di rischio

Abbiamo già citato il fatto che l’ossiuriasi è una infezione contagiosa che colpisce circa il 10% della popolazione, indipendentemente dalla zona geografica, dal sesso e dal ceto sociale. Ma allora perché si chiamano comunemente “vermi dei bambini”? Vediamo allora quelli che sono i fattori di rischio più comuni:

  • sovraffollamento;
  • scarse condizioni igienico-sanitarie;
  • giovane età;
  • stretto contatto con soggetti contagiati e contagianti.

Mentre il sistema immunitario di un adulto è più capace di far fronte ai numerosi agenti patogeni che ogni giorno ci circondano, quello dei bambini (vuoi per la maggior facilità con cui portano alla bocca ogni cosa, vuoi per la tendenza a non osservare le regole d’igiene imposte dai genitori) non sempre riesce a difendere l’organismo dai possibili attacchi degli ossiuri.

Sintomi e complicanze

Gli ossiuri sono vermi molto piccoli, in cui le femmine possono arrivare fino a 12 millimetri circa e i maschi fino a 5, soprattutto se li si confronta con altri parassiti intestinali (come l’Ascaris lumbricoides, i cui esemplari possono arrivare fino a 30 cm). Nonostante le loro ridotte dimensioni, gli ossiuri sono visibili a occhio nudo sotto forma di piccoli filamenti. Vediamo allora quali sono i sintomi di una ossiuriasi:

  • prurito anale e perianale: le femmine degli ossiuri si muovono nell’intestino fuoriuscendo proprio dall’ano per la deposizione delle uova;
  • disturbi del sonno: i movimenti degli ossiuri avvengono soprattutto durante la notte, disturbando di conseguenza il sonno dell’ospite;
  • dolore e irritazione in sede anale e perianale, dovuti all’attività di deposizione delle uova;
  • presenza degli ossiuri adulti nelle feci, nell’ano o in prossimità dell’ano.

Sintomi e complicanze

Abbiamo accennato in precedenza al fatto che l’ossiuriasi, per quanto scomoda o fastidiosa (e comunque da non sottovalutare), sia una parassitosi dalle lievi conseguenze:

  • il prurito anale e perianale può portare l’ospite a grattarsi l’area interessata, portando a una contaminazione delle mani e quindi favorendo la contaminazione di altri soggetti/superfici;
  • nelle donne gli ossiuri, che tendenzialmente rimangono confinati nella zona dell’intestino crasso e dell’ano, possono contaminare l’apparato genitale con sintomi tipici delle infiammazioni delle vie urinarie.

Terapia

Gli ossiuri rispondono molto bene alla terapia farmacologica, necessaria per l’ospite e consigliata per tutta la famiglia soprattutto per evitare contaminazioni “di ritorno”. Allo stesso tempo è opportuno anche procedere con una disinfezione approfondita dei locali e degli oggetti sia personali che comuni. Una volta fatto questo, in poco tempo gli ossiuri possono venir debellati senza troppe conseguenze.

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