Esami preventivi per l’obesità

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Esami preventivi per l’obesitàIndipendentemente da quelle che possono essere le idee politiche, sociali e religiose è di fondamentale importanza riuscire a mantenere durante il corso della vita un peso che sia bilanciato in funzione dell’età, del sesso e dell’altezza. Non si tratta solamente di un discorso di natura estetica, ma è importante perché il raggiungimento (e il mantenimento) del peso forma aiuta a mantenere una elevata qualità della vita e a mettersi maggiormente al riparo da malattie anche gravi. Vediamo allora in questo contesto cosa fare nel caso in cui si abbia accumulato qualche chilo in più nel girovita e quali sono gli esami cui sottoporci per prevenire eventuali complicazioni.

Obesità: di cosa si tratta?

Al livello medico si parla di obesità quando una persona riporta un eccesso importante di massa adiposa (il grasso corporeo, per capirsi) rispetto alla massa magra. Legata soprattutto alle società del benessere, questa patologia è tipica dei Paesi occidentali, nei quali oltre un terzo della popolazione ne soffre (o ne ha sofferto) a vari stadi. Purtroppo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è seriamente preoccupata per l’incidenza sempre maggiore dell’obesità soprattutto nella fascia più giovane degli abitanti di queste aree, tanto da aver iniziato sempre più a parlare di obesità infantile.

Le cause legate allo sviluppo dell’obesità sono tendenzialmente due: una di tipo genetico e una di tipo acquisito. Nel primo caso l’individuo nasce già con un numero di adipociti (le cellule adipose) superiore alla media e questo fatto espone la persona sin dalla prima infanzia allo sviluppo di forme più o meno gravi di obesità per tutta la vita. Queste cellule, infatti, con l’aiuto di uno stile di vita bilanciato possono solo ridurre il loro volume, ma il numero rimarrà pressoché uguale.

Obesità di cosa si trattaNel caso in cui ci troviamo davanti a una obesità di tipo acquisito, allora entrano in campo abitudini scorrette dal punto di vista alimentare (sia per ciò che mangiamo che per quanto mangiamo) e dello stile di vita. Numerosi fattori ambientali possono concorrere allo sviluppo dell’obesità perché capaci di stimolare appetito: problemi psicologici; mancanza di interessi, di stimoli e  noia;  eccessiva disponibilità di cibo; carenza di movimento.

Se fosse solo un discorso di natura estetica, la scelta di essere normopeso o sovrappeso spetterebbe solo ed esclusivamente all’individuo. Il problema è che l’obesità è uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di altre patologie (molte anche gravi) che possono mettere a repentaglio la vita della persona stessa: per esempio malattie cardiovascolari (ictus, infarti, ipertensione), diabete (soprattutto di tipo 2), gotta, apnee notturne, vari tipi di carcinomi e sindrome di Cushing.

Esami consigliati per chi è in sovrappeso o è obeso

Proprio per questo motivo è consigliabile per le persone che soffrono di obesità fare periodicamente tutta una serie di esami e controlli che possono individuare e circoscrivere sin dai primi stadi eventuali patologie correlate all’obesità.

Emocromo

Nell’ambito della prevenzione, gli esami del sangue sono consigliati almeno una volta l’anno perché consentono di monitorare non solo eventuali carenze alimentari (indipendentemente dalla quantità di grasso in eccesso), ma anche eventuali infiammazioni in corso grazie alla conta dei globuli bianchi.

Esami consigliati per chi è in sovrappeso o è obesoGlicemia e insulina

Tra gli scenari più comuni legati all’obesità vi è senza dubbio lo sviluppo di patologie, come il diabete, legate ad uno scorretto metabolismo dei carboidrati. Per questa ragione è bene monitorare periodicamente, salvo diverse indicazioni mediche almeno una volta l’anno, proprio i valori di glicemia (ovvero la quantità di glucosio nel sangue) e l’insulina (sia dal punto di vista della produzione di questo ormone che del suo effettivo uso da parte delle cellule).

Profilo lipidico e valutazione del rischio cardiovascolare

Sempre  tramite le analisi del sangue è possibile tenere sotto controllo la quantità di colesterolo presente nel sangue (totale, HDL, LDL, trigliceridi) e il relativo rischio di incorrere in patologie cardiovascolari (omocisteina e proteina C-reattiva ad alta sensibilità). Normalmente è bene fare queste analisi una volta l’anno e ogni tre mesi nel caso in cui si debbano monitorare gli effetti della terapia farmacologica.

Equilibrio ormonale ed enzimi epatici

Talvolta uno squilibrio ormonale è causa di obesità, altre volte è vero il contrario. Per capire la correlazione tra questi due fattori è fondamentale monitorare il comportamento della tiroide tramite il test TSH, il più valido in questo momento. Considerato che l’obesità è uno dei fattori di rischio per lo sviluppo della malattia del fegato grasso non alcolico, è bene tenere sotto controllo anche i valori della funzionalità epatica (nello specifico ALT, AST e GGTP).

Ovviamente queste sono solo indicazioni di massima, perché in caso di obesità è di fondamentale importanza seguire il consiglio del medico e non procedere con i tentativi fai-da-te. Ma quale medico? In prima battuta il proprio medico di base, che direzionerà eventualmente il paziente verso altre figure: diabetologo, endocrinologo, nutrizionista (giusto per citarne alcune).

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