I sensi nell’uomo

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I sensi nell’uomo

Da quando abbiamo frequentato i banchi di scuola, ci è sempre stato insegnato che il nostro corpo si relaziona con lo spazio esterno grazie a cinque sensi. Stiamo parlando ovviamente dei famosi vista, olfatto, tatto, gusto e udito. Attraverso i loro organi di senso (rispettivamente occhi, naso, pelle, bocca e orecchie) il cervello è in grado di raccogliere e immagazzinare numerose informazioni utili per la nostra sopravvivenza.

Ma siamo sicuri che sia davvero tutto qua? Che le nostre relazioni con il mondo esterno si riducano a queste cinque “misere” classificazioni? Ebbene, c’è chi dice no. Facciamo una cosa, allora: lasciamo perdere per un po’ quello che ci è stato insegnato sin da bambini e vediamo se le nuove scoperte scientifiche si allineano alla tradizione o se, effettivamente, ci sia qualcos’altro.

Il sesto senso: la propriocezione (o cinestesia)

Per propriocezione si intende la capacità del corpo di percepire la sua posizione nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza bisogno di ricorrere agli stimoli visivi. Per dirla con altre parole, sin da prima della nostra nascita (gli studi hanno evidenziato che questa capacità viene sviluppata a partire in media dalla ventottesima settimana di gestazione) siamo in grado di percepire il nostro corpo, siamo consapevoli della sua posizione nello spazio e abbiamo sotto controllo (in maniera più o meno conscia) tutti gli oltre settecento muscoli che compongono il nostro fisico.

Fu tale C. S. Sherrington (1857 – 1952), neurofisiologo, poeta, nonché patologo inglese a teorizzare per la prima volta la propriocezione e da allora si è capito che questo sesto senso (governato, proprio come i più famosi cinque, da una specifica area del cervello) è divisa in due parti: una inconscia, che permette al cervelletto di pianificare il movimento attraverso la contrazione dei muscoli, e una conscia, che determina la consapevolezza del sé nello spazio.

Il settimo senso: la termocezione

Il settimo senso la termocezionePer la sopravvivenza del nostro organismo è di fondamentale importanza che la sua temperatura corporea interna si aggiri sempre tra i 36°C e i 37°C, nonostante quelle che possono essere le condizioni esterne. Di conseguenza il corpo ha messo in piedi un delicato sistema di termoregolazione tale che, indipendentemente da quello che succede all’esterno, la sua temperatura interna rientri sempre in questo range. Ecco allora spiegato il perché del sudore e dei brividi: tutti escamotage per mantenere quanto più stabile possibile la nostra temperatura.

La termocezione, quindi, è la capacità del corpo di percepire la temperatura esterna grazie all’azione di speciali recettori sulla pelle, chiamati molto fantasiosamente termocettori, specifici per il caldo (che si attivano quando la temperatura esterna raggiunge un intervallo tra i 29°C e i 45°C) e per il freddo (con un intervallo che va dai 5°C ai 40°C). In risposta agli impulsi di questi recettori termici il corpo umano metterà in essere tutte le strategie a sua disposizione per poter salvaguardare la sua temperatura interna, quindi la nostra vita.

L’ottavo senso: il dolore

Quando si attivano i nocicettori (presenti in ogni parte del nostro fisico, cervello escluso) vuol dire che il corpo è minacciato e che un qualcosa sta danneggiando i nostri tessuti. Di conseguenza occorre allontanare quanto prima la causa del dolore. Ecco allora che i nocicettori meccanici rispondono a stimoli tipo pizzicotti e punture, quelli termici alle temperature al di sotto dei 5°C e al di sopra dei 45°C, quelli chimici a stimolazioni di natura chimica (tipo la capsaicina dei peperoncini sulla lingua).

Il nono senso: il tempo

Il nono senso il tempo

Avete mai sentito parlare dell’espressione orologio biologico? Ebbene, come il fisico riesca ad organizzare le sue funzioni nell’arco delle ventiquattrore ancora non è del tutto chiaro, ma sembra che oltre alle stimolazioni dei recettori della luce sulla retina siano coinvolte anche specifiche proteine il cui ciclo di attività dura all’incirca un giorno. Strano, vero?

Il decimo senso: l’equilibrio

Che la testa pesi più del resto del corpo è un dato di fatto. Come riusciamo in ogni momento (o quasi) a farla stare in equilibrio sul nostro corpo è una meraviglia dell’apparato vestibolare all’interno dell’orecchio interno. Lo scopo di quest’organo, composto da tre piccoli canali ossei e una specie di ampolla (chiamata utriolo), e delle sue terminazioni nervose è quello di raccogliere informazioni sui movimenti dell’endolinfa causati dagli spostamenti del capo per mantenerlo sempre in una condizione di equilibrio.

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