Aids: cos’è l’AIDS e come si manifesta

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Aids cos'è l'AIDS e come si manifestaLa storia accademica dell’Aids inizia circa quarant’anni fa (siamo all’inizio degli anni Ottanta del Novecento), quando negli Stati Uniti si notò una strana incidenza di malattie rare tra la popolazione di giovani omosessuali rispetto al resto delle persone. Già verso la fine del decennio precedente era chiaro che qualcosa non andava, ma fu solo nel 1981 che il cdc (center for disease control) di Atlanta per primo segnalò la situazione. L’estate dell’anno seguente venne coniato il termine sindrome da immunodeficienza acquisita, o acquired immunodeficiency syndrome. O Aids.

Cos’è esattamente l’aids?

L’Aids è una malattia non ereditaria, che colpisce il sistema immunitario abbattendo le normali difese del nostro organismo. Il problema dell’Aids è che si presenta non come una patologia ben definita, con specifici sintomi e un ben definito decorso, ma si manifesta attraverso vari altri disturbi e patologie. Verso la metà degli anni ‘80 fu poi isolato e studiato il virus responsabile della trasmissione dell’aids, denominato HIV, completando il quadro.

Cos'è esattamente l'aidsA questo punto occorre fare una precisazione: nel linguaggio comune i termini HIV e AIDS sono spesso confusi, ma è bene tener presente che il primo indica il virus responsabile della malattia, mentre il secondo è la malattia stessa. Banalizzando estremamente il tutto, è un po’ come se ci si riferisse per esempio al diabete chiamandolo “zucchero”.

Le vie di trasmissione dell’Aids

L’Aids si può trasmettere in tre modi soltanto: attraverso scambi ematici, nei rapporti sessuali o durante la gestazione.

Scambi ematici

Come indica il termine stesso, la trasmissione dell’Aids può avvenire attraverso il contatto tra sangue sano e sangue infetto. Non occorrono grandi percentuali di sangue perché questo avvenga: basta anche solo una piccola goccia. Per questo motivo fino ai primi anni ‘90 due erano gli scenari in cui poteva avvenire il contagio attraverso gli scambi ematici: con le trasfusioni di sangue e con lo scambio di materiale non sterile, come aghi e siringhe.

A partire dal 1990, con l’avanzamento sia della medicina che delle tecnologie mediche (siamo già dieci anni dopo la scoperta dell’Aids) sono stati modificati i protocolli medici legati alle trasfusioni di sangue, sia mettendo una stretta sul chi potesse donare, sia sul come dovesse essere trattato il sangue. In questa maniera è stato praticamente azzerato il rischio di trasfusioni infette.

Rimane ancora in atto il rischio di contagi con l’uso di materiale non sterile (siringhe e aghi) non solo tra le persone che fanno uso di sostanze per via endovenosa, ma anche tra gli ambienti dei tatuaggi, dei trattamenti estetici ecc.

Le vie di trasmissione dell’Aids

Rapporti sessuali

La trasmissione per via sessuale è il metodo di contagio più diffuso al mondo. Sia nei rapporti omosessuali che in quelli eterosessuali non protetti con l’uso del preservativo, il pericolo viene dallo scambio tra le mucose (anche apparentemente sane) e i liquidi biologici infetti (sangue, secrezioni vaginali e sperma).

Trasmissione madre-figlio

Quando una donna sieropositiva rimane incinta ha circa il 20% di possibilità di trasmettere la malattia al nascituro durante la gestazione, durante il parto oppure durante il periodo dell’allattamento. Fortunatamente c’è la possibilità di ridurre sensibilmente l’incidenza (fino al 2%) facendo assumere alla madre un farmaco antivirale durante la gravidanza, al feto per le prime sei settimane di vita.

Sintomi dell’Aids

Premettendo che basta un semplice prelievo del sangue effettuato dopo 1-3 mesi dall’ultimo comportamento a rischio per capire se si è sieropositivi o meno, quali sono i sintomi per (anche solo) sospettare di essere infetti?

In un primo momento (1-4 settimane dal contagio) i sintomi principali sono tendenzialmente del tutto anonimi: febbre, eruzioni cutanee, ghiandole ingrossate, dolori muscolari e articolari. Di norma tali sintomi passano anche da soli, ma è in questa fase che il sistema immunitario viene maggiormente danneggiato.

Sintomi dell’Aids

Una volta finita questa prima fase, la persona inizia a sentirsi meglio, anche se il virus non solo è ancora in circolo, ma continua a riprodursi. Questa condizione può durare anche vari anni (fino a 8-10 dal contagio).

Solo nella terza fase una persona sieropositiva diventa malata di Aids: questa sindrome infatti si sviluppa quando, a causa del sistema immunitario gravemente compromesso dal virus HIV, il malato sviluppa in forma grave tutta una serie di patologie (dette “infezioni opportunistiche”), che normalmente sarebbe possibile curare.

Fortunatamente ad oggi le terapie mediche sono tali che, a fronte di una pronta diagnosi di infezione di HIV, l’aspettativa di vita è praticamente la stessa di una persona sana. Per questo motivo si stanno mettendo in atto strategie globali volte da una parte a screditare comportamenti rischiosi, dall’altra a venire incontro alle esigenze (sia di cure che di riservatezza) dei malati. Basta solo un prelievo di sangue…

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